Resilienze: la mostra
Si è svolta il 15 e 16 novembre 2024, presso … la mostra “Resilienze: quando la cura si fa arte”, organizzata in collaborazione con l’Associazione Edoardo Marcangeli (ne abbiamo parlato qui).
Come il filo rosso della leggenda (che ha dato spunto ad alcune delle opere in mostra), Resilienze è stato il legame invisibile ma concreto tra l’ospedale e la vita fuori. E abbiamo mostrato come durante le terapie e i ricoveri non c’è solo paura e sofferenza ma tanto, tanto altro: emozioni, creatività, voglia di vivere.
Resilienze – Il percorso
Il percorso di Resilienze si è sviluppato lungo cinque tappe principali: 5 temi che sono stati investigati assieme ai pazienti e che sono diventati materia grezza da trasformare in una propria opera personale, in cui trasferire i propri pensieri, le proprie paure, le proprie speranze, i propri sogni.
Tappa n. 1
La prima tappa è la tappa del consolidamento di una collaborazione davvero fruttuosa tra l’Associazione Davide Ciavattini e l’Associazione Edoardo Marcangeli e la consapevolezza dell’importanza dell’arteterapia. Alessia (della nostra associazione) e Nadia (della Marcangeli) hanno saputo davvero creare un gruppo di lavoro meraviglioso, utilizzando l’arte come linguaggio comune per tutti.
I pazienti nei laboratori creativi ritrovano un equilibrio emotivo e psicologico e uno spazio sicuro dove elaborare in piena libertà e sicurezza emozioni complesse come ansia, paura e stress.
Tutto questo contribuisce non solo al benessere psicologico, ma anche a migliorare il proprio approccio alle terapie.
Quando corpo e mente lavorano insieme, la strada verso la guarigione diventa meno difficile da percorrere. Soprattutto perché non la affronti da solo.
Tappa n. 2 – Che significa Resilienza?
RE-SI-LIEN-ZA
La resilienza è la capacità di un materiale di assorbire un urto senza spezzarsi. In psicologia, è la forza interiore di affrontare e superare momenti difficili, di trasformare un evento traumatico in un’occasione per rinascere. “La creatività non si trasmette. Ma ognuno, incontrando l’occasione di poterla sperimentare, può accendersene” Danilo Dolci.
In questo cammino (che ci ha portato e sta portando tutti voi) verso la mostra del 15-16 novembre, la creatività è stata un nutrimento silenzioso ma essenziale.
Ogni pennellata e ogni sfumatura, come in questi disegni, sono piccoli gesti di resilienza: un tocco di colore che trasforma un foglio bianco in qualcosa di nuovo, proprio come noi stessi possiamo trasformare le sfide in forza.
Attraverso l’arte, abbiamo praticato la resilienza, trovando nelle pieghe della creatività un modo per ricomporci e rinascere, senza spezzarci.
Tappa n. 3 – Hervé Tullet
Artista, scrittore e illustratore francese, Hervé Tullet è un autore amatissimo di libri per l’infanzia. Il gioco è il cuore della sua filosofia: i suoi libri sono fatti per essere toccati, accarezzati, agitati… invitano i bambini a immergersi con tutti i sensi e a liberare l’immaginazione.
Tullet ridefinisce l’arte, andando oltre l’idea del talento puro: per lui, anche una macchia o uno scarabocchio possono essere fonte di creatività.
Nel laboratorio dedicato ai più piccoli, abbiamo giocato a “Disegna”! Grazie al gioco, i bambini hanno scoperto cosa disegnare, come farlo, con quali colori e in che ritmo, unendo il movimento al disegno, il tutto con tanto sano divertimento!
Tappa n. 4 – Frida Kahlo
Frida Kahlo, pittrice messicana straordinaria, ha raccontato attraverso la sua arte il dolore, la trasformazione, la lotta del proprio corpo e dell’anima.
Le sue opere, nate da un’esistenza segnata da malattie e sofferenze fisiche, sono diventate simbolo di resilienza, un messaggio di forza e di accettazione del cambiamento.
Durante il laboratorio nel reparto di oncoematologia pediatrica, le nostre ragazze hanno scoperto la vita e l’arte di Frida e riflettuto sul tema della trasformazione del corpo e della malattia, trovando nel suo modo di affrontare e interpretare la vita, un nuovo modo per guardare anche il proprio mondo.
Alla fine del laboratorio, le ragazze hanno realizzato delle opere ispirate a Frida Kahlo, dando forma alle proprie emozioni, alla propria forza, alla propria RESILIENZA.
Tappa n. 5 – Il filo rosso
Il filo rosso può allungarsi, aggrovigliarsi, ma non può spezzarsi; è invisibile e collega indissolubilmente le anime gemelle o le persone che sono destinate a incontrarsi, indipendentemente dal tempo, dal luogo o dalle circostanze.
Le opere sono state realizzate nel reparto di oncoematologia pediatrica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù dalle ragazze dopo l’ascolto di questa emozionante leggenda.
Testimonianze
Ecco il messaggio di Nadia, assistente ludica dell’associazione Edoardo Marcangeli:
“La Nostra Mostra RESILIENZE “Quando La Cura Si Fa Arte” è giunta al termine. Sono davvero piena di tantissime emozioni. Vorrei descrivervi in poche parole chiave cos’é stato questo grande evento .
La migliore collaborazione fra colleghe che abbia mai vissuto, una sinergia totale. Un percorso lungo un anno al fianco di grandi e piccoli pazienti.
La luce vista nei loro occhi quando abbiamo proposto di realizzare un’opera che avremmo esposto al di fuori di quelle mura é indimenticabile. L’obiettivo era portare loro stessi, la loro anima, il loro estro fuori da lì! Ci siamo riuscite davvero! Hanno realizzato quadri stupendi che parlano da soli.
In questi due giorni ho visto tante persone anche esterne all’ambito ospedaliero emozionarsi di fronte ad un’opera. Ho riabbracciato genitori, fratelli e pazienti ed è stato un regalo bellissimo per me.
Grazie alla mia Associazione Edoardo Marcangeli, ormai la mia famiglia, che ci ha sostenuto insieme all’Associazione Davide Ciavattini ONLUS.
Grazie a tutti i pazienti … siete stati fantastici, unici ed indimenticabili… davvero; è stata una esperienza straordinaria vivere al vostro fianco.
Grazie alle mie colleghe , è stato davvero tutto splendido.”
Testimonianze – Resilienze, il video
Concludiamo con il video girato dal nostro video maker Daniele Di Pietro, che sintetizza tutta l’emozione e il lavoro dietro questi due giorni indimenticabili di mostra: