Omelia di Mon. Massimo CAUTERO

esequie di Luigi CIAVATTINI
Santuario del Divino Amore
Roma, 22 gennaio 2021

Chi è Luigi? Ognuno di noi qui presente può testimoniare col ricordo e con il cuore chi è Luigi, siamo qui per testimoniare una persona meravigliosa ed un uomo buono ma, cosa più importante delle nostre parole è che tutti siamo qui per RINGRAZIARE il Signore del dono che è per noi Luigi: il dono che
Luigi è per la Chiesa, per l’umana società, per la famiglia, permettetemi … per il mondo intero.

Sappiamo tutti, e tutti lo sappiamo molto bene, il tesoro che oggi abbiamo perduto, ma dobbiamo riconoscere che di quel tesoro, della ricchezza, che il Padre Celeste ci ha concesso in Luigi, tutti ne abbiamo goduto, gioito e alimentato ogni speranza, ogni fiammella di fede che in Luigi ha trovato
l’olio per non spegnersi.
Luigi è UNITA’. Impossibile pensare a Luigi e non pensare, allo stesso tempo a Davide, Margherita e Stefano, il suo nido familiare, le anime belle che il Signore gli ha messo accanto e con le quali ha attraversato ogni vicenda della vita.

Era UNITA’ nelle opere della vita, nell’Associazione, nelle amicizie, Luigi era persona affine ad una particolare intelligenza che non si impara sui banchi di scuola ma è un dono che la Bibbia chiama SAPIENZA!

È il dono dei doni: “beato l’uomo che trova la sapienza, più desiderabile dell’oro” dice il libro dei
proverbi”. Luigi è un sapiente nella forma evangelica più bella, quella del Cristo che accoglie e guarisce l’uomo nei suoi bisogni. Pur dividendosi in mille imprese sapeva però mantenere l’unità dello scopo, ed il suo scopo era l’amore, non quello cantato o teorizzato, l’amore che si sporca le mani per trovare un
diamante anche in mezzo al letame.
Ma perché Luigi sapeva amare così tanto? Perché aveva capito, assieme a Margherita e Stefano, che un dolore che può farti morire, come la sofferenza e la morte di Davide, ed al dolore devi contrapporre l’arma più grande che l’uomo ha a disposizione: l’Amore. Luigi aveva ben capito che se vuoi vincere
il dolore devi dare concretezza alla capacità di amare, amare gratuitamente.
Luigi in questo era un “maestro” e, pur non essendo diventato per niente immune al dolore, al suo e a quello degli altri, sapeva però anche indicare, illuminare, la strada per vincere il dolore e sopravvivere al pericolo di soccombere. In fondo è la strada che Cristo ci mostra nella sapienza di Dio Padre che vuole salvare i figli: Gesù affronta la sofferenza e la morte vincendole con l’amore, Luigi viveva questo seguendo Cristo. Ma Gesù fa qualcosa di più, fa qualcosa che è una promessa per tutti quelli che affronteranno il dolore con l’amore, Gesù Risorge e ci dona la certezza che anche noi risorgeremo per vivere nell’eternità. L’eternità che ci aspetta è quella di una convivenza con tutti quelli che amiamo, ci siamo amati e ci ameremo, nell’amore e solo nell’amore, un’eternità dove il dolore e la morte saranno banditi per sempre perché la vita sarà l’unica luce. Quante volte ne abbiamo parlato e ci siamo confrontati con Luigi, nelle nostre riunioni, catechesi, incontri per i genitori etc., delle volte Lui concludeva in maniera semplice e disarmante insieme: “non riesco a capire tutto, ma mi fido di Dio”.


Luigi è FIDUCIA. Non poteva vivere i suoi impegni senza abbandonarsi con fiducia. Ve lo dico da sacerdote: c’era da invidiare, santa invidia, la sua fiducia. Il suo riporre nell’umanità, tutta l’umanità che
incontrava, sempre una speranza. Fiducia in Dio che dirige tutte le cose, fiducia in Margherita con cui condivideva il pane del sacramento del matrimonio, in Stefano, in ognuno di voi. Non una fiducia senza sostanza, ma una fiducia concreta che sapeva vedere i limiti di tutti ma sapeva andare oltre per dare a tutti la capacità di superare i propri limiti. Oggi Luigi dice a tutti: abbiate fiducia, andiamo avanti, non lasciatevi impaurire dal futuro, tutto troverà compimento e senso. Se ripenso a quante volte abbiamo condiviso questa fiducia non posso fare a meno di pensare alla fiducia che Cristo ci dice di avere con le sue stesse parole: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io.
E del luogo dove io vado, voi conoscete la via” (Gv 14,1-4).

Luigi è AFFIDABILE ONESTA’, una virtù rara di questi tempi. Luigi difendeva l’onestà delle sue scelte con tutte le sue forze, era un baluardo contro i marosi di chi vedeva nel frutto di amore dell’Associazione “Davide Ciavattini” uno scoglio da corrompere, un giocattolo da usare. Personalmente ammiravo il
suo discernimento, quel suo essere come il Vangelo dice “docile come colomba e astuto come serpente”. È bene che tutti lo sappiano, per aiutare ancora l’opera dell’Associazione, per non soccombere ai lupi che vedono nell’associazione solo un serbatoio di gente da manovrare, usare o peggio sfruttare, ci sarà bisogno di tutti per andare avanti, tutti quelli che hanno capito che l’unica strada perché l’amore vinca è far vincere l’amore, nella semplicità dei gesti, nel silenzio di chi dona veramente perché vuole amare cioè fare veramente la carità. Se Luigi avesse voluto entrare nelle logiche delle “grandi donazioni”, nei circoli “VIP”, del chiasso mediatico, avrebbe potuto benissimo farlo, ma Luigi ha preferito mantenersi un’anima, nell’onestà e nella pazienza che tutto sopporta. Luigi ha saputo mantenersi un uomo libero, come pochi grandi uomini possono veramente esserlo, piuttosto che “vendersi” e così vendere le anime di chi aveva
riposto in lui fiducia. La sua “pubblicità”, se vogliamo così chiamarla, era fatta con semplici mezzi, appositamente semplici, con volontà di farla rimanere mezzo e non fine, perché Luigi sapeva che l’anima di ogni opera è la provvidenza, provvidenza che esiste davvero e non lo abbandonava mai.

Luigi è UMILTA’, ma questo lo avete capito e sperimentato bene! Umiltà vera, applicata alla vita che tutti i giorni affrontava con coraggio e molto senso pratico. Umiltà che non sa di esserlo perché illumina, come una lampadina: la lampadina non sa di illuminare perché è la sua natura accendersi di luce. Nei giorni scorsi sono andato a guardare fra le foto delle nostre esperienze insieme, pensavo di trovare qualche bel primo piano, e non ne ho trovati: le sue foto erano sempre o con Margherita, o in mezzo ad un gruppo e
questo mi ha fatto molto riflettere, è stato come guardare il riassunto del suo credo umano e spirituale: Luigi è avulso da ogni protagonismo, dalla superbia, dalla vanagloria, tutte cose che possono essere vinte perché c’è umiltà, quella vera, che non cerca il proprio vantaggio ma sempre quello degli altri. “Dare e
scomparire” affinché nessuno si sentisse in debito od imbarazzato era il suo stile di Servizio, e puoi farlo senza ombre solo se sei veramente umile, solo se sai non “metterti al centro” anche se devi essere il “centro” e Lui, sappiamo, è il nostro centro, il nostro motore nonostante non l’abbia fatto mai pesare a
nessuno. Certo, Luigi mica era ingenuo, anzi, aveva gli occhi ben piantati sulla realtà e sapeva fare discernimento, soprattutto nella sapienza di confrontarsi con le persone che aveva scelto per camminare insieme: gli amici dell’Associazione, del volontariato, delle catechesi, i medici, gli infermieri, le suore, gli operatori, amici delle iniziative, dello sport, insomma in tutte le realtà del suo vivere ha seminato il seme di un’amicizia vera, solida e duratura, perché sapeva che l’amicizia è una delle forme dell’amore.
Infine Luigi è il servo buono e fedele del Vangelo di Matteo (Mt 25,14- 30) che abbiamo letto per questa liturgia. Quando ho superato lo choc della notizia della sua “nascita al cielo” improvvisa, ho pensato subito a questo brano del Vangelo, mi è venuto naturale, non con le parole ma come se il vangelo
prendesse forma: Luigi ha ricevuto da Dio Padre i suoi talenti da far fruttare. Egli non è andato a nasconderli per paura ma con coraggio li ha messi in gioco e questi talenti si sono moltiplicati. A occhio e croce molto più del doppio, infinitamente di più. Mi sono immaginato Luigi che incontrava Gesù con le
mani piene di talenti “fruttati”, di cui voi oggi siete solo una rappresentanza. E Gesù, abbracciandolo gli diceva proprio: “servo buono e fedele, vieni con me prendi parte alla mia gioia” chiamandolo a quel giusto riposo che non è fine di una attività ma inizio di una presenza diversa! Già, ora Luigi è con noi “in
presenza diversa”, non ha finito di lavorare, ma ci guarda e ci sostiene intercedendo presso il Padre. Ora sta a noi, qui giunti per testimoniare l’amore che ci univa, andare avanti, continuare a far fruttare i talenti che il Signore ha dato anche a noi, affinché un giorno anche noi veniamo chiamati a prendere
parte della Gioia del nostro Signore, sicuri che Luigi ci spianerà la strada, guarderà il nostro cammino ed il nostro impegno, pregherà per noi dal posto più privilegiato che ci possa essere, accanto a Gesù.
Grazie Luigi, te lo dico a nome di tutti, te lo dico anche come sacerdote che in te non solo ha trovato amicizia ma anche l’esempio più bello e sano di cui tutti, anche i sacerdoti, hanno bisogno. Grazie Luigi, ci incontreremo sempre nell’Eucarestia che tante volte abbiamo celebrato insieme, in attesa di vivere finalmente nella Resurrezione quell’eternità senza male e senza morte contro cui tanto hai combattuto per testimoniare che l’amore vince ogni dolore, l’amore dà senso ad ogni vita! Grazie.

Sia Lodato Gesù Cristo

Associazione Davide Ciavattini Onlus

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Tel. +39 331 436 9311

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Orari: Lunedì – Venerdì 08:00 – 16:00